Geirangerfjord

Sveglia alle 6:30: l’intenzione di oggi è quella di partecipare al primo tour della giornata sul Geirangerfjord (dovrebbe esserci meno gente e potremmo rimetterci in strada entro metà mattina). Secondo il meteo, le prime ore del giorno dovrebbero essere le migliori: invece è ancora tutto coperto. Uffa! Facciamo colazione e assettiamo il furgone con calma, lasciando perdere, a questo punto, la prima crociera del mattino da 90’ e puntando sulla seconda, alle 10:30, della durata di 1 ora.

Geirangerfjord

Scendiamo a Geiranger, posteggiando nella stessa strada di ieri e facciamo un giro a piedi. L’immensa nave da crociera che era attraccata al molo non c’è più e il paesino è ancora semideserto con la maggior parte dei negozi chiusi.

Ci sediamo a un tavolo da picnic in legno sul molo dove un traghetto che imbarca auto sta per salpare. Il sole non vuole uscire. Le previsioni del pomeriggio sono di cielo coperto e non vorremmo restare oltre per non sballare il programma di viaggio, quindi decidiamo di prendere comunque la crociera sul fiordo, sperando che ogni tanto esca qualche raggio di sole.

Saliamo a bordo dell’imbarcazione che ci porterà ad esplorare il Geirangerfjord: abbiamo scelto un tour di 60’ che si inoltra nel fiordo senza però arrivare fino a Hellesylt. All’esterno sono posizionate numerose sedie di plastica prese d’assalto dai primi visitatori che salgono a bordo, che occupano parecchio spazio, rendendo difficoltoso muoversi per poter scattare foto da più punti di vista. Il tour comprende un’audio guida con spiegazioni disponibili in un’infinità di lingue. Il ferry parte: c’è parecchio vento e fa freddo. Il fiordo è spettacolare: le sue pareti di roccia chiara si tuffano ripide nelle acque del mar di Norvegia, svettando su di esso per 1400 m e delimitando, così, uno stretto e tortuoso braccio d’acqua, profondo 500 m. Passiamo accanto alle più svariate cascate, fra cui Dei Sju Systrene, ovvero le “Sette sorelle”, e Brudesløret, cioè il “Velo della sposa”. Dal 2005 il Geirangerfjord, (insieme al Nærøyfjord) è inserito nella Lista dei siti patrimonio dell’Umanità UNESCO ed è uno siti naturali più visitati della Norvegia. Rientriamo a Geiranger senza che il cielo si sia mai veramente aperto.

Gamle Strynefjellsvegen

Non completamente soddisfatti per via del cielo coperto, riprendiamo il furgone e imbocchiamo nuovamente la strada Fv63 in direzione Dalsnibba. Decidiamo però di non salire fino al belvedere, la cui strada è a pagamento, viste le condizioni meteo sfavorevoli, accontentandoci invece di fermarci negli slarghi lungo i tornanti per qualche ulteriore scatto sul fiordo. Ci fermiamo a pranzare di fronte al lago Djupvatnet su cui ogni tanto si apre qualche sprazzo di blu.

Con il tempo che va migliorando, riprendiamo il nostro itinerario fiancheggiando il lago in direzione Grotli, intenti a percorrere la Fv258 ovvero la Gamle Strynefjellsvegen, strada turistica nazionale che si snoda ad ovest di Stryn, appunto da Grotli a Videsæter e che viene definita spettacolare. Purtroppo, arrivati all’incrocio fra la Rv15 e la Fv258, troviamo un cartello che riporta il termine “stengt” che, in norvegese, significa “chiuso”. Non ci sono sbarre né ulteriori istruzioni ma, consci di com’è andata alle Jettegrytene e con il serbatoio del furgone in direzione riserva, preferiamo non avventurarci oltre. Peccato!

Jostedalsbreen National Park

Tornando indietro di poco, quindi, proseguiamo sulla Rv15 nella direzione opposta, arrivando in breve a Stryn. Nel frattempo ci siamo documentati su un trekking in zona che ci ispira molto ma che viene definito anche estremamente faticoso: la salita al monte Skåla. Lo Skåla, alto 1848 m è la cima norvegese che raggiunge la più alta quota avendo contemporaneamente un “piede” nel fiordo. L’escursione parte dall’abitato di Loen, ha uno sviluppo di 8 km da percorrere andata e ritorno (per un totale quindi di 16 km) in circa 8 h e un dislivello di più di 1800 m. Incuriositi, decidiamo di fermarci al centro visitatori del Jostedalsbreen National Park, lungo la strada, per avere qualche informazione in più. Ci viene detto che il sentiero è percorribile e, alla domanda se ci sia neve e se possiamo intraprenderlo con scarpe da escursione (mostrando quelle che stiamo calzando), ci viene spiegato che un po’ di neve c’è ma che comunque le scarpe vanno bene. A differenza degli altri visitors center in cui siamo stati (che fanno riferimento a storm.no), per le meteo qui viene utilizzato il sito web yr.no: ci viene riferito che il tempo domani sarà discreto, senza pioggia e con un po’ di sole.

Lodalen

Ancora indecisi se intraprendere l’ambiziosa escursione, decidiamo di fermarci comunque nella Lodalen, la valle che si apre a sud dell’abitato di Loen, porta di accesso al ghiacciaio Kjenndalsbreen e a svariate escursioni fra cui quella al monte Skåla.

Ricordiamo di essere rimasti incuriositi, leggendo la guida, dal lago Lovatnet, descritto di un colore meraviglioso grazie al limo glaciale che contiene. Ci inoltriamo, quindi, nella Lodalen, facendo una prima tappa al Loen Active, dove troviamo una serie di pannelli illustrativi e una fontana di acqua freschissima. Attraverso numerose belle fotografie i pannelli mostrano le escursioni che offre la zona, con un focus sulla competizione che si svolge ogni anno ad agosto sul monte Skåla, La Sportiva Skaala. Oggettivamente 1800 e rotti metri di dislivello ci sembrano tanti, considerando anche che non ci siamo allenati appositamente, però il richiamo è forte.

Lovatnet

Procediamo lungo la strada che percorre la vallata, incontrando presto il lago Lovatnet, davvero spettacolare nel colore. Lo si coglie anche se il cielo è un po’ coperto. Le acque tranquille invitano ad essere esplorate a nuoto, in canoa o in barca. Arriviamo quasi in fondo alla valle, nei pressi del memoriale eretto a seguito dei disastri del Lovatnet: giganteschi blocchi di roccia si staccarono, infatti, dal Ramnefjell in tre momenti diversi, nel 1905, nel 1936 e nel 1950, provocando danni e numerose vittime. Ora sono visibili, quali insoliti isolotti, all’interno del lago. A questo punto la strada prosegue verso il ghiacciaio Kjenndalsbreen, che si raggiunga, una volta pagato il pedaggio stradale e lasciata la macchina, con un sentiero di 5 km sola andata. Vista l’ora, decidiamo di tornare indietro e scegliere un campeggio dove fermarci, rimandando l’eventuale escursione a domani.

Dopo aver letto recensioni positive su Google, optiamo per il Sande camping, le cui piazzole si trovano sulla riva del lago. Il campeggio è quasi pieno e veniamo sistemati proprio sulla riva, accanto al molo dove sono ricoverati una serie di canoe, un pedalò e un paio di piccole barche. Il campeggio è stato recentemente ristrutturato e presenta spazi comuni pulitissimi e moderni: apprezziamo in particolar modo la cucina con sala da pranzo e loggia aperta con vista lago. Trascorriamo qui una serata tranquilla con tramonto sul lago.

Tips
Crociera Fjordsightseeing sul Geirangerfjord: 360 nkr a persona, durata 60′ con audioguida anche in italiano compresa nel prezzo

Sande camping: 280 nkr per 2 persone + campervan; doccia: 10 nkr (durata 5′)

Se non diversamente specificato i siti visitati sono ad accesso gratuito