Verso l'Oppland

Ci svegliamo intorno alle 7 nell’area di sosta individuata ieri sera a Treungen, sulle sponde del lago Nisser, nella contea di Telemark. Poco per volta esce il sole, a quest’ora già alto ma coperto da qualche nuvola. Dal momento che la temperatura è piacevole, apriamo il tavolino pieghevole e allestiamo la colazione all’esterno, mentre nei camper accanto a noi ancora si dorme.

Jettegrytene

Partiamo per Jettegrytene, una serie di pozze d’acqua, vasche e scivoli scavati nella roccia dallo scorrere di un torrente in un’area poco distante da dove ci troviamo ora. Un post su youtube del 2016 le definisce un’amenità nota soltanto ai locali. A soli tre anni di distanza, in realtà, informazioni seppur sommarie sulle pozze si trovano sulla pagina dedicata su visitnorway.com e su quella della regione di Telemark. Inoltre, leggendo il forum di Tripadvisor, apprendiamo che la strada per raggiungere le pozze è stata recentemente chiusa per un periodo non precisato. Dal momento che ormai siamo qui decidiamo comunque di andare in esplorazione.

Percorriamo a ritroso la Rv41, passiamo di fronte al campeggio di Haugsjåsund e imbocchiamo la Fv352; dopo un po’ compare un cartello con l’indicazione delle pozze ma con del nastro adesivo rosso applicato sopra a formare una croce di Sant’Andrea. Uhm, qui c’è odore di chiusura. Al termine della strada asfaltata, dove comincia l’ultimo tratto di sterrato, infatti, troviamo un cantiere in essere. Chiediamo informazioni a un operaio secondo cui la strada è chiusa per lavori ma si può, comunque, proseguire a piedi. Parcheggiamo e ci troviamo di fronte un cancello metallico che non consente il passaggio né ai veicoli, né ai pedoni. Dalla direzione verso cui stiamo andando arriva un signore in macchina che scende ad aprire il cancello per uscire; avendo letto che le pozze si trovano su terreno privato, gli chiediamo, in inglese, se è consentito accedere a piedi, ottenendo risposta negativa: le pozze non sono al momento visitabili e nemmeno visibili per la troppa acqua presente in questo periodo, che le copre completamente.

Demoralizzati, torniamo al furgone e percorriamo a ritroso la strada, decisi a rimpiazzare le mancate pozze con un bagno nel lago Nisser. Percorriamo la sponda ovest del vasto specchio d’acqua (quella opposta a Treungen); qui troviamo una serie di piccole spiagge di sabbia, alternate a rocce lavorate dall’acqua. Che pace! Purtroppo il cielo si rannuvola rapidamente e comincia a piovere. A questo punto, viste anche le condizioni meteo sfavorevoli, ci rimettiamo in macchina e partiamo direttamente alla volta di Oslo.

I pedaggi stradali

Percorriamo una serie di strade secondarie fino a raggiungere la E18. Non capiamo bene se il tratto più prossimo alla capitale sia a pagamento, perché vediamo cartelli recanti la dicitura “toll” abbinati a telecamere, ma mai caselli veri e propri. Leggiamo sul sito dell’Euro Parking Collection (EPC) che le telecamere registrano la targa del veicolo e, nelle settimane/mesi successivi al transito, viene mandato a casa il conto dei pedaggi relativi alle strade percorse. È consigliabile registrare il proprio veicolo sul sito web con le specifiche tali da consentire il corretto addebito in base al tipo di mezzo di trasporto e alla relativa classificazione Euro in quanto, in mancanza di una dichiarazione debitamente documentata, il conto viene effettuato per eccesso. Uno dei parametri utilizzati per il conteggio dei pedaggi è proprio quanto il veicolo è inquinante. Procediamo alla laboriosa registrazione “a singhiozzo”, dal momento che la connessione dati dei nostri cellulari non è sempre ottima.

Oslo

Volendo dedicare il nostro viaggio principalmente alla natura, decidiamo di concederci solo un veloce “assaggio” di Oslo; l’idea è di concentrarci sul lungomare, dove si trovano numerosi luoghi di interesse della capitale. Puntiamo un parcheggio vicino alla stazione, nei pressi del quartiere Bjørvika; si tratta di una delle zone più centrali della città, con sviluppo principalmente sul mare, ma il traffico, in prossimità della nostra destinazione, procede molto a rilento.

Raggiunto il parcheggio e lasciato il furgone, cominciamo ad esplorare a piedi questa parte di città, un tempo scalo merci portuale e, dal 2000, oggetto di un programma di riqualificazione e rigenerazione urbana che la ripropone quale nuovo centro culturale di Oslo. Attraverso una serie di interventi che mira a concludersi nel 2020, l’intenzione dell’amministrazione cittadina è, infatti, quella di trasformare la capitale in un polo culturale di livello internazionale. Ci dirigiamo, quindi, verso il lungomare e riconosciamo subito, in lontananza, il teatro dell’opera, monumento simbolo della Oslo moderna e fulcro del citato programma di riqualificazione. Progettato dallo studio d’architettura Snøhetta, l’edificio ricorda un iceberg e invita ad esplorarlo dalle più disparate angolazioni (si può salire anche sul tetto che si fonde con la rampa di accesso stessa).

Poco al largo del lungomare galleggia la scultura di vetro e acciaio inossidabile Hun Ligger (Lei mente), realizzata dall’artista italiana Monica Bonvicini, studiata in modo da oscillare e ruotare in relazione al cambio della marea. Procediamo con un giro a piedi sul lungomare, per poi tornare alla macchina e rimetterci in moto verso nord.

Hamar

Imbocchiamo la E6, strada piuttosto trafficata e costellata di lavori in corso che attraversa in direzione sud-nord l’Oppland fino alle regioni di Romsdal e Trøndelag, sul Mar di Norvegia. Usciamo ad Hamar dove visitiamo i resti della chiesa medievale Domkirkeodden, la “cattedrale di vetro”, ovvero le rovine del principale edificio di culto cittadino racchiuse in una struttura protettiva vetrata. La chiesa romanica, completata intorno al 1200, venne successivamente ampliata in stile gotico e, dopo essere stata per tre secoli uno dei più importanti siti liturgici da Oslo a Trondheim, prese fuoco durante la guerra nordica dei sette anni (1563–70) e, da quel momento, venne lasciata a rudere.

Proseguiamo fino a Lillehammer, sede dei giochi olimpici invernali del 1994, dove ci inerpichiamo per la Saksumdalsvegen, una strada che si snoda sopra al paese, fermandoci per la notte in uno spot accanto al piccolo lago Tjernshaugtjenet. Purtroppo ci sono già due furgoni che occupano le posizioni migliori vicino al laghetto. Ci posizioniamo in uno slargo poco più distante, cuciniamo mentre fuori piove e in breve andiamo a letto.

Tips
Jettegrytene: i cartelli indicano 50 nkr/testa, facendo intendere che siano da pagare in contanti (informazione non verificata per via della temporanea chiusura delle pozze)

Pedaggi stradali: informazioni su Euro Parking Collection

Parcheggio ad Oslo nei pressi del quartiere Bjørvika: 90 nkr/h

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