Lovatnet

Ci svegliamo nel Sande camping sulle rive del meraviglioso lago Lovatnet. Tiriamo fuori il tavolino e prepariamo dei toast per colazione accanto al furgone, a pochi metri dall’acqua. Qualche canoa esce dal porticciolo del campeggio e si avventura nel lago. Il sole ci scalda e non c’è vento: si sta divinamente! Discutiamo sul da farsi e decidiamo di rimanere qui un altro giorno in modo da dedicarci all’esplorazione della Oldedalen e magari a un giretto sul lago Lovatnet con uno dei mezzi nautici che offre il campeggio, pensando di sfruttare il giorno successivo per il trekking al monte Skåla. Le previsioni meteo per domani, infatti, sono di maggior stabilità e, apparentemente, di sole pieno, mentre oggi dovrebbe rannuvolarsi.

Oldedalen

Avvisiamo i gestori del campeggio della nostra intenzione di rimanere di più, in modo da assicurarci una piazzola per la notte, e muoviamo il furgone in direzione Olden. La Oldedalen è una bella vallata con sviluppo più o meno parallelo alla Lodalen, dove siamo ora. Entrambe si trovano nella parte settentrionale del Jostedalsbreen National Park e ciascuna di esse conduce a una diramazione differente del ghiacciaio Jostedal: la lingua di ghiaccio Kjenndalsbreen in fondo alla Lodalen e le lingue gemelle Briksdalsbreen e Melkevollbreen al termine della Oldedalen.

Avendo già attraversato interamente la Lodalen ieri, scegliamo la seconda opzione per poter esplorare anche l’altra valle. Passato Loen, costeggiamo un tratto del Nordfjord che offre una vista meravigliosa sull’ampio fiordo. Ci infiliamo nella Oldedalen, vallata molto simile alla Lodalen, anch’essa con un ampio lago, l’Oldevatnet, il cui colore turchese è dovuto ancora ai limi glaciali presenti nell’acqua.

Briksdalsbreen

Da quanto ci siamo documentati, l’avvicinamento al fronte glaciale del Briksdalsbreen dovrebbe essere di soli 5 km fra andata e ritorno contro i complessivi 10 km del Kjenndalsbreen, ragione per cui ci risulta essere anche il più frequentato. La guida della Lonely Planet avvisa che la valle a sud di Olden è percorsa da capienti bus turistici e che, quindi, l’atmosfera è un po’ quella della calca: infatti c’è gente ma, tutto sommato, in quantità tollerabile.

In fondo alla valle troviamo il parcheggio da cui parte l’itinerario che conduce al fronte glaciale. Nel frattempo il cielo si è coperto. Molti dei visitatori, anziché percorrere a piedi i 2,5 km del sentiero in salita, preferiscono usufruire delle comode e più rapide “troll cars”, simili a golf cart, guidate dagli addetti del parco che fanno avanti e indietro tra il parcheggio e il fronte glaciale.

Ci avviamo per il sentiero e, dopo poco, ci compare davanti il ghiacciaio, che pare quasi pensile, sporgente dall’alto. Ogni tanto passa una troll car stracolma di turisti, in particolare giapponesi.

Nell’ultimo tratto di strada troviamo cartelli che indicano l’estensione del ghiacciaio in diversi momenti storici. A inizio ‘800 era davvero molto più lungo poi, piano piano, si è progressivamente ritirato. Nel 1997 la lingua ha raggiunto la massima estensione da 70 anni a questa parte, per poi ritirarsi di circa 500 m. Nel 2005, inoltre, il tratto su cui si arrampicavano gli escursionisti ha cominciato a scricchiolare e si è frantumato.

Arriviamo al fronte e la temperatura scende drasticamente. Il cielo è ancora grigio. Dopo qualche foto torniamo sui nostri passi, fino a raggiungere il parcheggio. Con il furgone riprendiamo la strada già percorsa all’andata in direzione opposta. Pranziamo sui tavoli di legno di un’ampia area picnic e ci riavviamo verso Loen. Ci accomodiamo nella loggia del camping e studiamo il trekking allo Skåla: ultimo check alle meteo, che sono ottime, e ci convinciamo definitivamente. Cuciniamo pastasciutta e andiamo a letto carichi per domani.

Tips
Parcheggio Briksdalsbreen: 50 nkr

Sande camping: 280 nkr per 2 persone + campervan; doccia: 10 nkr (durata 5′)

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