Canyonlands - The Needles

Ci svegliamo nell’area per campeggio libero del BLM lungo Lockhart road. Che spettacolo! Alla luce del sole il luogo in cui ci troviamo è incantevole, cosparso di bassi cespugli verdeggianti che spuntano dalla sabbia color arancio. Nel vicino Hamburger rock campground sembra che tutti ancora dormano. Tira vento. Facciamo colazione e ci dirigiamo verso l’ingresso del Canyonlands National Park, settore The Needles.

Canyonlands

Il Parco nazionale di Canyonlands è estremamente ampio. Si compone di quattro settori: Island in the Sky, il più frequentato, accessibile da Moab; The Needles, apprezzato dagli amanti delle escursioni e localizzato a sud del precedente; The Maze, vasto, selvaggio e remoto, visitabile solo in 4x4; Horseshoe Canyon, anch’esso remoto e fisicamente “staccato” dagli altri tre settori, noto come location del film 127 hours, girato nel Bluejohn Canyon, situato nell’area sud-ovest del settore.

The Needles

Facciamo una rapida tappa al visitor center dove ci procuriamo acqua e interpelliamo il ranger addetto alle informazioni sui trekking. Guidiamo fino ad Elephant hill, prima lungo una strada asfaltata e poi, nell’ultimo tratto, lungo una dirt road ben tenuta.

Chesler Park / Joint trail

Lasciamo l’auto nel parcheggio, già piuttosto affollato, e ci incamminiamo per il sentiero che conduce al Chesler park overlook. Gli itinerari a piedi che partono da qui condividono tutti il primo tratto. Non siamo ancora decisi se arrivare solo al belvedere e tornare indietro (9.3 km, 3-4 h a/r) oppure se proseguire lungo l’anello del Joint trail, lo stesso che hanno percorso e che ci hanno suggerito i nostri amici Pignata. Il paesaggio è surreale, costellato di formazioni rocciose dallo sviluppo prevalentemente verticale ma un po’ tozze, i Needles, che danno il nome a questo settore del parco. Sporadici cartelli lungo il sentiero indicano la direzione e le distanze per le varie destinazioni sia in miglia che in chilometri. In un’ora e mezza siamo al belvedere di Chesler park, davvero spettacolare.

A momenti lo manchiamo - il cartello è seminascosto - ma un altro escursionista poco più avanti di noi ci indica la via. Siamo attorniati da formazioni plasmate a fungo che, in questa sezione del parco, sono molto numerose. Visto che è presto e abbiamo ancora voglia di camminare, decidiamo di procedere per il Joint trail, sotto il sole caldo ma accompagnati da un vento talvolta quasi fastidioso. Dopo circa un terzo del loop percorriamo un breve tratto lungo una strada sterrata sabbiosa con alcune sezioni ripide costellate di massi. Notiamo un gruppo di piccoli cactus fioriti con boccioli di colore rosso intenso.

Arrivati al punto principale del Joint trail, dotato di tavoli da picnic e bagni compost, il sentiero si reimmette in mezzo ai cespugli. Incontriamo i ragazzi che ci avevano dato le dritte sul belvedere e che ora stanno percorrendo il Joint trail in senso opposto al nostro. Ci assicurano che il tratto di sentiero che ci attende è meraviglioso.

E così è: oltre all’infinità ed imponenza dei Needles che costellano questa parte del parco, attraversiamo uno stretto, profondo e lunghissimo narrow. Ci riconnettiamo con il Chesler park overlook e, da lì, rientriamo alla macchina. 16.55 km in 5h30’.

Indian creek e Newspaper rock

Soddisfatti del giro, usciamo dal parco e percorriamo la meravigliosa strada UT-211, già intrapresa ieri in senso opposto, questa volta verso Moab. Ci fermiamo in corrispondenza dell’Indian creek, dove notiamo in lontananza gente che arrampica lungo strette e costanti fessure nella roccia. Siamo alle porte del Bears Ears National Monument.

Proseguiamo lungo la strada per sostare presso la Newspaper rock, monolite che raccoglie numerosissimi disegni ed incisioni prodotti nell’antichità. Arrivati all’incrocio con la US Highway 191, la imbocchiamo in direzione nord, appunto verso Moab. Poco prima di entrare nell’abitato, ci fermiamo al Wilson arch, ben visibile lungo la strada.

Moab

Entrati a Moab cerchiamo un campeggio per la notte: sembrano tutti pieni. In particolare ci fermiamo al Sun outdoor downtown ma quest’ultimo non ha piazzole disponibili. Proseguiamo il giro fino ad uscire da Moab verso nord senza aver trovato nulla. Proviamo anche presso il Sun outdoor north, campeggio gemello del precedente ma più piccolo: niente. Riusciamo però a sfruttare la Wi-Fi del campeggio per verificare l’eventuale disponibilità di ingressi all’Arches NP per l’indomani. La prenotazione che abbiamo - necessaria per questo piccolo parco molto visitato - è infatti per l’1 maggio ma non eravamo riusciti a trovare un ingresso disponibile prima delle 13. Ci siamo pertanto annotati di verificare quella piccola percentuale di ingressi che viene attivata all’ultimo momento, solo a partire dalle ore 18:00 del giorno prima. Troviamo posti disponibili per domani con ingresso dalle 7 alle 8 del mattino. Perfetto, prenotiamo!

A questo punto optiamo per la sola doccia al Sun outdoor downtown e per l’ennesima nottata wild. Nonostante la reception sia chiusa e le docce siano aperte, paghiamo comunque i 6 € a testa lasciandoli al gestore del negozio del campeggio. Lo stesso, alla domanda di Ste della ragione per cui sia così difficile trovare da dormire, risponde che in città c’è il Moab Car show, evento molto atteso a Moab, cancellato per due anni di seguito per via della pandemia. In effetti, qualche macchina strana l’abbiamo vista, oltre a gente seduta sul marciapiede a rimirare il passaggio dei vari mezzi. Sperando di trovare posto, decidiamo di cenare fuori: poco lontano da dove ci troviamo, infatti, sulla strada principale c’è il Moab diner, di cui avevamo letto su un giornaletto preso ieri al visitor center di Monticello. Perfetto! Parcheggiamo lì di fronte ed entriamo. Sembra di essere nel film Grease: il locale infatti ricalca proprio lo stile anni ‘50. Tavoli uno parallelo all’altro a battuta contro la parete finestrata, gruppi salse su ciascuno di essi, divanetti rossi, motivi a scacchiera bianco/nera, hamburger con patatine e milk-shake sui tavoli. Ci sediamo e ci vengono subito posti di fronte due bicchieroni di acqua con ghiaccio. Ordiniamo due cheeseburger con bacon. Mentre aspettiamo ci guardiamo attorno. Al tavolo a fianco al nostro si siede una coppia che sembra la versione punk di Danny Zuko e Sandy Olsson. Mangiamo l’ottimo hamburger, tanto che comincio a rivedere il mio scarso interesse per questo piatto. Ora è il momento della ricerca di una location dove dormire: esclusi alberghi e campeggi per le ragioni già esposte, ci affidiamo alle piazzole marcate su park4night e Free campsites. Ci orientiamo sulle opzioni più prossime all’ingresso del parco di domani, in modo da non doverci svegliare eccessivamente presto (l’ingresso deve avvenire fra le 7 e le 8). Optiamo per un campeggio libero del BLM lungo Cotter Mine road. La strada è sterrata e a tratti presenta profondi avvallamenti ma, dopo averne percorso un lungo tratto avendo incontrato solo un altro camper parcheggiato, scegliamo il nostro spot e andiamo a dormire.

Info base trekking
Partenza: Elephant hill
Arrivo: Elephant hill
Distanza: 16.55 km
Dislivello in salita: 530 m
Durata: 5h 30’ soste comprese
Tipologia itinerario: percorso ad anello

Tips
Canyonlands NP: accesso 15 $/persona oppure 30 $/veicolo. La tariffa a veicolo si riferisce al mezzo, purché privato, e ai visitatori che porta (max 15).

Se si intende visitare più parchi, conviene considerare il pass annuale America the Beautiful che, per 80 $, consente l’accesso a tutti i parchi nazionali americani - ma non ai parchi statali - nell’arco di un anno. Il pass può contenere fino a due nominativi, pertanto può essere utilizzato - per esempio da un coppia o nucleo familiare - per poi essere ceduto ad altro visitatore che apporrà la propria firma nel secondo spazio a disposizione. Canyonlands NP rientra fra i parchi inclusi.

Arches NP prenotazione online: 2 $

Moab Diner, Moab: classico diner lungo la strada principale di Moab; hamburger per due 32 $