Monument Valley

Ci svegliamo alle 4.50 a Kayenta, all’interno della riserva Navajo. È buio ma non particolarmente freddo. Guidiamo verso l’ingresso della Monument Valley lungo la US-163. Mentre ci troviamo ancora lungo la strada il cielo inizia a schiarirsi e cominciamo ad intravedere sagome imponenti stagliarsi contro l’orizzonte a destra e a sinistra della strada stessa. Ci emozioniamo. Arrivati a destinazione ci cambiamo rapidamente e facciamo colazione. Notiamo altri turisti radunati lungo una balaustra in muratura, una sorta di terrazza del grande edificio che segna l’ingresso alla Monument Valley. Ci affacciamo anche noi: oltre la balaustra si stagliano tre degli imponenti monumenti di roccia che a breve visiteremo. Il giro di tre ore che abbiamo prenotato è con Sandstone tours: vediamo alcune jeep aperte con tendalino arrivare nell’ampio parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina. Troviamo la nostra guida. A quanto pare non ci sono altri escursionisti nel nostro gruppo quindi abbiamo il tour tutto per noi. Bene! Vedendo però che le altre jeep caricano gruppetti più numerosi, ci chiediamo se il nostro operatore abbia qualcosa in meno degli altri. D’altra parte, della grande quantità di tour operators indicati sul sito ufficiale della Monument Valley, pochissimi avevano un sito web di riferimento su cui effettuare la prenotazione (gli altri fornivano solo un contatto telefonico). La nostra guida è un nativo Navajo di una certa età.

Monument Valley

Cominciamo il tour: nell’accesso alla Monument Valley ci vengono chiesti i biglietti di ingresso: mostriamo i biglietti del nostro tour. Vediamo la nostra guida discutere con il controllore alla barriera di accesso. La nostra guida, che pare stupita, ci riferisce che abbiamo pagato solo i biglietti del tour ma non quelli di accesso alla Monument Valley. Ma come? - ci chiediamo - con quello che sono costati - 90 $ a testa - non sono comprensivi dell’ingresso? Avrebbero dovuto chiarirlo sul sito web. Ci pare molto strano il loro atteggiamento stupito: immaginiamo che la maggior parte della gente arrivi qui nella nostra identica situazione. Ci viene consentito l’accesso dicendo però che, al termine del tour, dovremo andare a saldare anche i biglietti di ingresso al sito. Cominciamo il tour un po’ con l’amaro in bocca: ci sentiamo presi in giro. Cerchiamo di concentrarci sulla Monument Valley.

La prima tappa è presso un belvedere da cui si gode della vista dei tre principali monoliti: il West mitten butte, l’East mitten butte e il Merrick butte. Si tratta in realtà della stessa visuale apprezzabile dal belvedere presso il parcheggio. Attendiamo l’alba qui. Nel frattempo ci mettiamo a chiacchierare con una coppia di ragazzi italiani, entrati con un altro tour: ci raccontano la stessa scena che abbiamo vissuto noi all’ingresso della Monument Valley. Appena il sole si è levato procediamo lungo la strada principale, il 17 miles loop. Prestiamo attenzione al fondo stradale ed, effettivamente, come letto sul sito ufficiale ieri in fase di organizzazione, il primo tratto non sarebbe stato di facile percorrenza con il nostro minivan. Ora la strada sembra migliorare. Le prossime formazioni sono l’Elephant butte, davanti a noi, e le Three sisters, alla nostra destra. Ci vengono raccontate le storie dietro a questi nomi fantasiosi. La nostra guida illustra tutto in inglese ma non sempre comprende le nostre domande (ancora in inglese), un po’ - immaginiamo - perché è nativa Navajo, un po’ perché pare mezzo sorda. Raggiungiamo il John Ford’s point, così chiamato in quanto qui sono stati girati numerosi film western del regista John Ford.

Nel corso della giornata - adesso è ancora presto - un uomo a cavallo in divisa si posiziona sul margine di un piccolo strapiombo ricreando l’atmosfera propria dei film western e si fa fotografare a pagamento. A questo punto la nostra jeep esce dal 17 miles loop e si inoltra per una strada sterrata non accessibile al pubblico, in direzione Lower Monument Valley.

Ci fermiamo in un punto vicino a un blocco monolitico di forma squadrata che pare posizionato in bilico, the Cube: da qui vediamo in lontananza un altra sagoma nota, il Totem pole, monolite più sottile d’America, su cui sono state girate alcune scene di Assassinio sull’Eiger. Proseguiamo su sterrate ancora più remote e qui visitiamo altre formazioni rocciose caratterizzate da buchi di forme particolari nella roccia: il Big hogan, il Mocassin arch, l’Eye of the sun e l’Ear of the wind. Ci vengono mostrati antichi disegni presenti sulla parete rocciosa eseguiti dai nativi Navajo ma, quando chiediamo alla nostra guida a quando risalgano, all’inizio sembra non comprendere la nostra domanda e alla fine ci risponde sommariamente “ancient”. Torniamo verso il 17 miles loop dove facciamo un’ultima tappa al primo spot, quello sui Buttes, dopodiché veniamo riaccompagnati al parcheggio.

Il nostro giudizio complessivo è che tre ore siano decisamente troppe per visitare la Monument Valley, nel senso che comunque la parte più spettacolare è quella visibile lungo il Loop principale e forse la vista che colpisce di più è proprio quella che si gode dal belvedere accanto al parcheggio. La nostra guida conclude chiedendoci una mancia in maniera secca e diretta.

Forrest Gump point

Ringraziamo comunque la nostra guida e ci rimettiamo in strada. Procediamo lungo la US-163 alla volta del Forrest Gump point. Allontanandoci un po’ dalla Monument Valley e girandoci, infatti, ci troviamo di fronte ad un noto skyline, lo stesso presente appunto nel film Forrest Gump nel momento in cui il protagonista, dopo aver corso ininterrottamente per giorni e giorni, si ferma e dice “I’m pretty tired. I think I’ll go home”. Facendo attenzione a non farci investire (auto e camion arrivano a grande velocità da entrambe le direzioni) scattiamo qualche foto.

Mexican hat

Proseguiamo ora fino alla località di Mexican hat dove pranziamo su tavoli da pic-nic presenti lungo la strada all’ombra. La prossima tappa è la formazione rocciosa che dà il nome a questo piccolo abitato, appunto la Mexican hat rock, roccia a forma di sombrero visibile percorrendo una strada sterrata non lontana da quella principale.

Valley of the Gods

Da qui, prima di dirigerci verso il Canyonlands NP, nostra destinazione di domani, ci fermiamo a visitare la Valley of the Gods, luogo non particolarmente noto, di cui abbiamo sentito parlare cercando informazioni su YouTube.

La Valley of the Gods si trova incastonata fra la US-163 e la UT-261 e ha due accessi, uno sulla prima strada e uno sulla seconda. La imbocchiamo dalla US-163: si tratta di un’area desertica caratterizzata da monoliti e formazioni rocciose dalle forme più disparate, sul genere della Monument Valley, ma di più contenute dimensioni. Percorriamo la lunga strada sterrata ai cui lati notiamo subito la Seven sailors formation e, a seguire, il Setting hen butte e il Rooster butte. In qua e in là qualche camper e/o roulotte pare parcheggiato da lungo tempo. Abbiamo notato, infatti, che le dimensioni di camper e RV sono mediamente molto maggiori qui, negli States, che da noi in Europa. Spesso e volentieri, invece di contenere un piccolo garage sul retro dove tenere bici o scooter, trainano vere e proprie jeep con cui andare in esplorazione lasciando fermo l’ingombrante mezzo principale. Dopo il Franklin butte e la Battleship rock, vediamo l’ultima imponente formazione rocciosa, il Castel butte.

Moki Dugway

Da qui raggiungiamo nuovamente l’asfalto sulla UT-261 e ci allunghiamo sul Moki Dugway, ovvero la strada dei nativi Pueblo scavata nel fianco di un alto rilievo. Si tratta, quindi, di una sterrata tutta tornanti che si arrampica su di un altopiano prendendo quota rapidamente. Restiamo colpiti dall’assenza di guardrail o di altri elementi protettivi. Ci sarebbero altre amenità geologiche da vedere in zona ma dobbiamo proseguire nell’ottica di rispettare la tabella di marcia che ci siamo dati. Il primo abitato che troviamo dopo un lungo tratto di strada è Monticello.

Verso the Needles

Qui sostiamo al visitor center dedicato a Canyonlands: raccogliamo un po’ di materiale e riceviamo indicazioni sulla strada più consigliata per raggiungere il settore del parco chiamato The Needles. Dopo aver fatto acqua, benzina e un po’ di spesa, imbocchiamo la North Creek road (UT-101) verso ovest e poi la Harts Draw road (UT-136), che si inoltra nella Manti-La Sal national forest.

Questo itinerario ci appare meraviglioso: sarà la vegetazione, saranno i colori del tramonto, o il fatto che ad ogni curva gruppetti di cervi ci attraversano la strada. Proseguiamo, piacevolmente colpiti, fino a immetterci nella UT-211, la strada principale che conduce a The Needles. Troviamo particolarmente panoramico anche questo tragitto. Attraversiamo l’Indian Creek, nota zona di arrampicata vista più volte in film e video sul web e passiamo accanto al Bears Ears National Monument.

Per la notte puntiamo le aree per campeggio libero situate poco prima dell’ingresso del parco. Qui sono segnati anche due campeggi autogestiti del BLM, dove i servizi sono minimali (qualche tavolo da picnic, anelli di sassi per il fuoco e un bagno compost) e l’obolo (in genere piuttosto contenuto) deve essere depositato in un’apposita cassettina. Visitiamo il primo dei due, il Creek pasture campground ma troviamo parecchia gente e poco posto; ci dirigiamo allora verso il secondo, l’Hamburger rock campground, prima del quale, sulla piattaforma Free campsites, abbiamo letto esserci un’area libera comunque adatta al pernottamento: Lockhart road. Troviamo uno spot perfetto proprio qui, cuciniamo prima che tramonti il sole, ceniamo che già è buio e andiamo a letto sotto un’incredibile stellata.

Tips
Monument Valley: tour all’alba con Sandstone tour, 90 $/persona, durata 3h

Canyonlands NP: accesso 15 $/persona oppure 30 $/veicolo. La tariffa a veicolo si riferisce al mezzo, purché privato, e ai visitatori che porta (max 15)

Se si intende visitare più parchi, conviene considerare il pass annuale America the Beautiful che, per 80 $, consente l’accesso a tutti i parchi nazionali americani - ma non ai parchi statali - nell’arco di un anno. Il pass può contenere fino a due nominativi, pertanto può essere utilizzato - per esempio da una coppia o da un nucleo familiare - per poi essere ceduto ad altro visitatore che apporrà la propria firma nel secondo spazio a disposizione. Canyonlands NP rientra fra i parchi inclusi

Monticello visitor center: info sul Canyonlands NP, in particolare sul settore chiamato The Needles

Se non diversamente specificato i siti visitati sono ad accesso gratuito