Dades e Todra

Ci svegliamo alle 7:30 alle porte delle gole di Dades: il programma di oggi prevede di partire il prima possibile in modo da cercare di recuperare il tempo perso a causa dell’esondazione fluviale dei giorni precedenti. Consumiamo la colazione nella saletta comune rivestita di tappeti colorati: un bricco di caffè per me, uno di tè alla menta per Ste e poi omelette e pane da farcire con formaggio, olio oppure marmellata. Rifocillati, saldiamo l’Ecolodge Amskou dove abbiamo pernottato e partiamo alla volta delle gole di Dades.

Le gole di Dades

Il cielo nuvoloso purtroppo smorza decisamente i colori della valle e delle gole rocciose. Il panorama è comunque accattivante, con piccoli agglomerati di case sparsi lungo la strada. Incrociamo diverse donne avvolte in vesti e veli colorati che trasportano enormi sacchi carichi di fronde. Gruppetti di ragazzini giocano a calcio lungo la strada. Incontriamo in qua e in là diverse kasbah, difficili da datare, in parte perché alcune risultano quasi perfettamente conservate, in parte perché altre sembrano in costruzione e vediamo che, al grezzo, sono banalmente costituite da foratoni. All’improvviso, l’inizialmente ampia valle del fiume Dades si stringe in una gola sottile dove scorre il fiume stesso e la strada si inerpica con una serpentina di curve a gomito degne di Lombard street a San Francisco.

La gola e la strada poco protetta ci ricordano molto il Verdon, anche se qui i colori prevalenti sono sicuramente i toni caldi della terra e della roccia. Quando la strada torna pianeggiante, indice del fatto che il tratto più suggestivo delle gole è terminato, seguendo i consigli della Lonely Planet torniamo sui nostri passi, riattraversiamo Boumalne Dades e ci dirigiamo verso Tinghir per poi infilarci nelle gole di Todra. Ci fermiamo a pranzare lungo la strada, all’Inass Welcom, forse il primo posto che ci risulta un po’ turisticone. La scelta, infatti, è fra una serie di menù tutti a 110 dh, praticamente più di quello che abbiamo speso ieri sera in due. Prendiamo spiedini di pollo e cous cous alle verdure. Fuori dal ristorante ci vengono incontro bambini con in mano animaletti realizzati con foglie e fili d’erba che ci rincorrono chiedendoci soldi.

Le gole di Todra

Partiamo per le gole di Todra, percorrendo inizialmente un’ampia valle con una vasta oasi, che in breve si restringe formando una spettacolare gola alta e stretta, percorsa dal fiume.

Il primo tratto del gorge, quello più turistico, è disseminato di costruzioni in pietra, kasbah adattate a guesthouse e banchetti di venditori di scialli e vesti colorate. Ci addentriamo nella gola e, piano piano, esce il sole: il paesaggio assume, così, toni maestosi. Individuiamo facilmente alcune cordate di climbers che percorrono itinerari chiodati.

Proseguiamo e troviamo piccoli gruppi di asinelli sdraiati al sole fra cui un paio di mamme che allattano i loro piccoli. Proseguendo, a poco a poco la gola si riapre in un’ampia vallata.

Nel cuore dell’Atlante

Incontriamo una serie di piccoli abitati di contadini e allevatori che notiamo con gruppi di pecore e capre.

Piano piano prendiamo quota e il paesaggio comincia a cambiare, fino ad arrivare al passo Tizi n’Tirherhouzine a 2706 m. L’unica vegetazione a questa quota è costituita da cespugli di muschio che rivestono i sassi. Non incrociamo nessuno se non un paio di auto di locals.

Arriviamo ad Agoudal e troviamo subito il b&b Auberge Afoud. Il gestore ci mostra la bella stanza con bagno e - soprattutto - con riscaldamento! Gli chiediamo se è possibile cenare e ci dice di sì, chiedendoci cosa preferiamo di una serie di piatti fra cui zuppe e tajine. Ordiniamo due zuppe marocchine a base di legumi e una tajine di carne. Tra colori e profumi, in questo angolo di Marocco pare quasi di respirare un’atmosfera nepalese!

Verso Imilchil

Prima di cena, però, vorremmo raggiungere Imilchil, località tanto decantata dalla nostra cara amica Carla Galletti per i bellissimi laghi. Chiediamo al gestore del b&b se la strada è buona e ci risponde di sì, stimando un’oretta fra andata e ritorno. Partiamo in auto e, dopo poco, troviamo di fronte a noi una pozza d’acqua larga quanto la strada: non sembra fonda, infatti, andando cauti, la attraversiamo senza problemi. Procediamo incontrando minuscoli abitati dove i bimbi ci corrono incontro salutando e anche gli adulti si voltano a guardarci passare. Abbiamo la sensazione che non siano tanti i viaggiatori che passano per di qua. Dopo un altro po’ di strada incontriamo una seconda e più ampia e profonda buca piena d’acqua. Ci fermiamo.

Siamo molto indecisi sul da farsi, se procedere o lasciar perdere e tornare indietro. Arriva un fuoristrada e passa senza problemi, seguito da una macchina a due ruote motrici e anche questa attraversa la pozza senza difficoltà. Notiamo però che quest’ultima vettura è più alta della nostra. Ci pensiamo un po’ e, alla fine, prendiamo coraggio e procediamo anche noi! La strada continua insidiosa, con tratti rovinati, piccoli guadi e, dopo un po’, comincia a piovere. Quando siamo poco oltre la metà del percorso, in corrispondenza di Bou Azmou, ci fermiamo e, vedendo che comincia a farsi tardi e che la strada peggiora sempre (strada che peraltro dovremo ripercorrere per rientrare), decidiamo di tornare indietro, un po’ a malincuore per i laghi.

Le insidie non hanno fine

Appena rientrati, il nostro amico del b&b ci fa notare che una delle gomme della nostra mini macchina è piuttosto sgonfia. Bene… e ora? Ci dice che l’indomani possiamo farla vedere a qualcuno nel paese. Un po’ preoccupati ci concediamo entrambi una lunga doccia bollente mentre tentiamo di far funzionare il riscaldamento. Veniamo chiamati per la cena, che ci viene servita in una sala comune dove ci siamo solo noi. Fuori comincia a nevicare! Gomma a terra e neve, wow!! Il nostro tavolo è apparecchiato vicino a una stufetta con braci scoppiettanti. Ci viene servita la zuppa di legumi, bella calda, e, a seguire, un’ottima tajine, la migliore mangiata dall’inizio del viaggio, con carne di marzo o di agnello (sembra manzo ma ha un che di selvatico e dolciastro), piselli, ceci, carote e patate tagliate molto sottili. Tutto ottimo. Per finire, frutta fresca: mele e melagrane. Un po’ impensieriti, ma completamente ripresi grazie al lauto pasto e al tempore dell’auberge, andiamo a letto, come di consueto, addormentandoci all’istante.

Tips

Ecolodge Amskou, Boumalne Dades: camera matrimoniale con bagno privato e colazione 309 dh

Inass Welcom: pranzo per due 210 dh

Auberge Afoud: cena per due e camera matrimoniale con bagno privato e colazione 360 dh

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