Besseggen

Ci svegliamo alle 6:30 nel bosco lungo Riddersprangvegen, ai margini dello Jotunheimen National Park, nello spot trovato ieri sera: il cielo è completamente coperto. Subito arzilli, facciamo una rapida colazione con latte e cereali e, con lo zaino già pronto dalla sera prima, ci scopriamo addirittura in anticipo rispetto alla nostra tabella di marcia. Non sapendo bene quello che ci aspetterà oggi in quanto a possibilità di pioggia, vento e freddo, ci siamo vestiti a strati, praticamente con tutto quello che abbiamo: intimo tecnico, pile, piumino in primaloft, shell, pantaloni da escursione rinforzati, copripantaloni impermeabili, calze di lana e calzettoni da sci, scaldacollo, guanti e berretto.

Mentre ci avviamo verso il lago Gjende percorrendo la Rv51 in direzione sud, inaspettatamente, comincia a nevicare. Fiocchi belli fitti vengono giù veloci: wow, già il tempo non sembrava il massimo prima… sempre meglio! Ci chiediamo se sia saggio e opportuno intraprendere il trekking in queste condizioni: decidiamo di prendere comunque il ferry (già pagato), di vedere come si comportano gli altri escursionisti e, nel caso in cui la situazione meteo peggiori ulteriormente, siamo sempre in tempo a riparare sul più facile e breve sentiero lungolago che consente di tornare allo Gjendesheim.

Arrivati al Reinsvangen long term parking, smette di nevicare. Fra le numerose macchine parcheggiate, intravediamo altri hikers con indosso tute da sci o indumenti similari per pesantezza e ci chiediamo se ci siamo coperti a sufficienza. Paghiamo il parcheggio alla torretta automatica e ci dirigiamo verso la lunga tettoia in legno di recente costruzione dove è già fermo lo shuttle per il ferry: lo prendiamo al volo.

Gjende

In 10 minuti siamo al molo di fronte allo Gjendesheim dove prendiamo il ferry delle 8:30 prenotato ieri sera, ora completamente pieno (evidentemente gli altri escursionistici non hanno i nostri stessi dubbi in merito alla percorribilità e sicurezza dell’itinerario); in 20 minuti raggiungiamo Memurubu, situato sulla riva del lago, indicativamente a metà del Gjende. Durante la traversata esce il sole.

Bjørnbøl

Partiamo per il Besseggen verso le 9:10: l’itinerario prevede una prima lunga salita, una serie di sali-scendi intermedi, la cresta vera e propria e una discesa graduale verso lo Gjendesheim: il tutto per 6–8 ore di cammino.

Dopo una decina di minuti siamo già fermi, come la quasi totalità degli escursionisti, per toglierci di dosso un po’ di strati: su questo versante il vento si sente meno e la salita ci sta scaldando. I nostri zaini contengono praticamente solo indumenti caldi oltre che qualche snack, acqua e thermos. Il primo tratto prosegue così, una salita non ripidissima ma continua. Appena ci si alza un po’ rispetto alla quota del lago, il panorama, seppur ancora parzialmente coperto, si mostra spettacolare: la spolverata di neve di questa notte enfatizza i rilievi che ci circondano. Piano piano ci avviciniamo anche noi a zone coperte di neve: quando presente, si tratta di uno strato sottile e ancora morbido. Per fortuna niente ghiaccio!

Proseguiamo salendo sempre più fra le alture innevate, costeggiando laghi dalle svariate tonalità di blu che contrastano con il bianco della neve. Ogni tanto lungo il sentiero compaiono cartelli che precisano le distanze dal Memurubu e dallo Gjendesheim. Comincia a delinearsi davanti a noi, in lontananza, il profilo del Besseggen vero e proprio che, come descritto da Lonely Planet, appare piuttosto ripido e stretto (ma si tratterebbe solo di apparenza). Il cielo si apre e sprazzi di blu cominciano a predominare sulle nuvole. Terminata la prima lunga salita, costeggiamo un primo piccolo specchio d’acqua seguito, a breve, dal lago Bjørnbøltjønne con lo sfondo del monte Besshø: stando alle informazioni riportate sul sito web del trekking, qui è possibile riempire la borraccia presso il corso d’acqua che si incontra circa 200 m dopo il lago.

The Strip

Procedendo lungo il sentiero la nostra vista comincia a spaziare contemporaneamente su più laghi compreso il Gjende dal bellissimo colore verde acqua. Di tanto in tanto notiamo il ferry preso questa mattina attraversare il lago fra Gjendesheim e Memurubu.

Siamo ormai circa a metà strada. Prima della salita alla cresta Besseggen vera e propria, ci fermiamo per bere un po’ di tè e mangiare una barretta al sole. Ci troviamo nella sezione del percorso nota come The Strip o Bandet, una piccola cresta che separa i laghi Bessvatnet e Gjende, posti a quote differenti (rispettivamente 1374 m e 984 m): lo scenario che ci circonda spazia a 360° ed è particolarmente suggestivo.

Cerchiamo di capire se sia opportuno coprirsi o svestirsi per procedere sul Besseggen, dove non siamo sicuri ci sia possibilità di fermarsi e aprire lo zaino; qui dove siamo ora, al sole, si gode di un tepore che dubitiamo ci accompagnerà anche sulla cresta, quindi optiamo per coprirci.

Besseggen

Avevamo inteso da alcune recensioni su internet che, lungo un tratto della cresta, bisogna quasi arrampicarsi, procedendo con mani e piedi sulla roccia. Ok, il tratto è questo! Progressivamente il vento aumenta mentre ci arrampichiamo, fino a diventare, non solo fastidioso, ma quasi pericoloso, dandoci l’impressione di rischiare di volare giù da uno dei due lati della panoramica, seppur ampia, cresta. Alcuni ragazzi e due signore davanti a noi si fermano, non azzardandosi a procedere. Che si fa? Dopo un po’ di attesa, garbatamente li scavalchiamo e procediamo. Il vento rimane potente lungo tutta la cresta: impossibile fermarsi per una foto. In cima cala leggermente. Ci chiediamo come sarebbe percorrere il Besseggen in discesa: con questo vento, sicuramente più impegnativo!

Veslefjell

Terminata la cresta, decidiamo di proseguire fino alla cima vera e propria, Veslefjell (1743 m), che si raggiunge con una salita morbida, per poi fermarci a pranzare lì. Intanto il cielo si rannuvola. Arrivati sulla cima, cerchiamo un angolo un po’ riparato dal vento per consumare il nostro spuntino: siamo rapidi perché, senza sole ed esposti al vento, fa freddo.

Cominciamo la discesa di 5 km verso lo Gjendesheim, anche questa piuttosto comoda, almeno nel primo tratto. Incontriamo qualche escursionista che sale in direzione opposta a noi, approcciando quindi il Besseggen in discesa. Il cielo si apre di nuovo mentre percorriamo l’ultima parte del tragitto fino allo Gjendesheim, dove arriviamo poco dopo le 16: abbiamo completato l’itinerario in 7 ore, soste comprese. Ci fermiamo al rifugio per una cioccolata calda, scoprendo, nostro malgrado, che le bevande calde, pur con prezzi da bar, provengono invece da un distributore automatico. Bevuta la cioccolata seduti in uno dei tavoli all’aperto, prendiamo lo shuttle che ci riporta al parcheggio.

Prima di riprendere il nostro viaggio, visto il cielo sereno, decidiamo di ripercorrere la Valdresflye fino al belvedere Rjupa, dove la vista spazia sul lago Vinstre e sulla Jotunheimvegen, sperando di riuscire a fare qualche scatto migliore rispetto a quelli di ieri l’altro. Con un po’ di pazienza, aspettando il passaggio di un banco di nuvole, riusciamo a strappare qualche foto decente.

Slådalsvegen

A questo punto ci indirizziamo verso nord, intenti a percorrere un po’ di strada e a cercare una location per la notte. Vorremmo evitare strade a grande percorrenza come la E6, quindi, passando per Vågåmo, imbocchiamo la Slådalsvegen, a pagamento come le altre strade di montagna, che corre lungo il confine orientale dello Reinheimen National Park. Anche qui il panorama è gratificante, peccato che il sole stia scomparendo dietro i monti. Ci fermiamo in un’ampia area di sosta nei pressi di un ruscello, segnalata su park4night. Un camper solitario è già posizionato in mezzo al prato. Qua e là pascolano pecore curiose che, mentre ceniamo, si avvicinano al furgone sbirciando dal vetro. Al sole si alterna una pioggerella mista a nevischio; stanchi ma soddisfatti della giornata, andiamo a dormire.

Info base trekking
Partenza: Memurubu
Arrivo: Gjendesheim
Distanza: 13.3 km
Dislivello in salita: 950 m
Durata: 6–8h Tipologia itinerario: one way

Logistica
Come spiegato sul sito web dedicato, il trekking è percorribile in entrambi i sensi: la maggior parte degli escursionisti sceglie di partire da Memurubu lasciando la macchina allo Gjendesheim in modo da prendere subito il ferry ed essere poi indipendente (percorrendo il tragitto al contrario, invece, occorre terminarlo in tempo per poter prendere l’ultimo ferry per tornare allo Gjendesheim e al parcheggio)

Reinsvangen long term parking: 150 nkr/giorno, dotato di servizi igienici. Uno shuttle gratuito collega il parcheggio con il molo dei ferry presso lo Gjendesheim lodge

Ferry Gjendesheim-Memurubu: 160 nkr/persona (si consiglia la prenotazione)

Il molo di attracco del ferry presso Memurubu è dotato di servizi igienici compost

L’itinerario segue una traccia evidente, marcata con delle “T” (trail) dipinte sulle rocce con vernice rossa e con cartelli di legno ogni 1–2 km con l’indicazione della direzione da seguire e dei chilometri mancanti alla destinazione

Il tempo può cambiare molto rapidamente, quindi si consiglia di vestirsi a strati tenendo nello zaino indumenti caldi e impermeabili. La cresta Besseggen può essere molto ventosa

Tips
Pedaggio Slådalsvegen: 50 nkr (solo carta di credito)

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