Fiordi est

Ci svegliamo alle 6:30 mentre il campeggio ancora dorme: un’altra bella doccia calda nel bagno completamente deserto, colazione e via verso Borgarfjörður dove ci risulta essere una colonia di pulcinella di mare. Abbandoniamo la soleggiata vallata di Egilsstaðir e il suo lago allungato Lagarfljot per imboccare la strada n. 94 in direzione nord-est.

Dyrfjöll

Il nastro di asfalto si protende dritto fra prati verdi che inizialmente paiono infiniti, senza alcuna abitazione; lungo il tragitto, all’improvviso, compare sulla sinistra la bizzarra “most remote vending machine”: un capanno verde pistacchio in mezzo al nulla contenente un distributore di merendine e bibite! Procediamo e la strada, dopo un po’, inizia a cambiare: all’asfalto subentra lo sterrato e il percorso comincia ad inerpicarsi sui rilievi che ci si parano davanti. Dopo avere incontrato un maneggio, proseguiamo fino al parcheggio di Vatnsskarð che costituisce un interessante punto panoramico sulla valle. Da qui parte una serie di sentieri che si snoda sul monte Dyrfjöll, in particolare nella zona di Stórurð. Brandelli di nuvole basse rendono molto scenografica questa zona che continuiamo a percorrere fino a valicare, ritrovandoci sul versante del Borgarfjörður.

Borgarfjörður Eystri

In breve arriviamo a Borgarfjörður Eystri, minuscolo abitato dove spicca Lindarbakki, la casa più “pelosa” del villaggio, completamente avvolta da lunghi ciuffi di erba verde. Oltrepassiamo il paese e raggiungiamo il nostro principale obiettivo di oggi: Borgarfjarðarhöfn, piccolo promontorio subito oltre l’abitato, noto per la presenza di una nutrita colonia di puffins. Parcheggiamo sopra il grazioso porticciolo e ci avviciniamo avvistando subito i primi pulcinella di mare.

Prima di salire la scala metallica che porta nel cuore della colonia montiamo su una predella lignea secondaria che ci permette di avvicinarci ad una parete rocciosa piena di anfratti su cui si trova un’infinità di gabbiani tridattili, Rissa tridactyla, kittiwake in inglese, rita in islandese. Notiamo subito un piccolo, ben protetto dalla mamma che gli si staglia davanti, tenendolo al riparo su un angolo di roccia. La nostra attenzione viene poi attirata da una coppia di gabbiani che gioca/litiga animatamente, beccandosi e facendo un gran baccano. Questa zona puzza decisamente a causa della grande concentrazione di escrementi dei volatili che, sotto forma di colate bianche, ricoprono l’intera parete di roccia.

Dopo questa prima ricognizione saliamo la scala che conduce alla colonia di puffins, sulla cima del piccolo promontorio roccioso e rimaniamo immediatamente colpiti dalla quantità di questi buffi e simpatici uccelli che ci troviamo davanti. Rispetto ai pochi esemplari visti a Reynisfjara, qui ce ne sarà almeno un centinaio! Molti sono pressoché immobili, sembrano quasi dei modelli pronti a farsi fotografare.

Alcuni spiccano il volo per andare a caccia di pesce quasi come se si tuffassero, con le zampe posteriori giunte, altri atterrano in maniera estremamente goffa, praticamente frenando e portando avanti le zampe spalancate. Anche in volo sono ridicoli, sembra siano sempre lì lì per cadere.

Nella scogliera ci sono parecchie buche nascoste dove talvolta vediamo sparire i pulcinella: si tratta delle loro tane, dove tornano dopo aver procacciato cibo per i piccoli. Riusciamo a vedere alcuni puffins con il becco colmo di pesciolini strabordanti: spettacolare!

Stiamo più di un’ora ad osservare i numerosissimi pulcinella, studiando il loro buffo modo di muoversi e le loro abitudini. Recuperato il furgone, torniamo a Borgarfjörður Eystri dove pranziamo in un comodo slargo al bordo dell’abitato, dotato di pulitissimi servizi igienici. Nel pomeriggio ci dirigiamo verso nord-ovest, tornando a Egilsstaðir e imboccando il Ring in direzione di Mývatn.

Dettifoss

Da verde, il paesaggio si fa gradualmente arido e brullo e si alza un gran vento. Procedendo lungo il Ring notiamo i punti di accesso all’Askja, i cui due possibili itinerari (F905 e F88) sono percorribili solo in 4x4. Proseguendo sempre lungo il Ring, svoltiamo sulla destra per la strada n. 862 in direzione Dettifoss. Ci troviamo all’interno del parco nazionale Jökulsárgljúfur, che costituisce la porzione settentrionale del più ampio Vatnajökull National Park. Qui si trova una serie di cascate formate dal fiume Jökulsá á Fjöllum: le più spettacolari sono Selfoss, Dettifoss e Hafragilsfoss. La più nota, Dettifoss, è raggiungibile via 864, itinerario sterrato, oppure per la strada asfaltata n. 862, che percorriamo anche noi. In breve raggiungiamo il parcheggio della cascata mentre il cielo si copre di nuvole scure e comincia a piovere. Percorriamo a piedi il breve sentiero per Dettifoss che vediamo, imponente, sotto la pioggia. Le altre due cascate sono a breve distanza ma la pioggia si fa insistente, costringendoci a dirigerci direttamente verso Mývatn. Torniamo sul Ring e, poco prima della nostra destinazione, svoltiamo a destra per visitare l’area di Krafla.

Lungo il breve tratto di strada che conduce al cratere vulcanico contenente il lago Viti troviamo, sulla destra, la “perpetual shower”, un palo della doccia piantato in mezzo al nulla, affiancato da un lavandino dotato di porta asciugamani con immancabile asciugamano di spugna. Dal piatto della doccia esce in continuazione acqua calda, in quanto è alimentata da una sorgente geotermale. Passiamo oltre fiancheggiando la centrale elettrica costruita nel 1977 (dove per altro notiamo un sistema di telecamere a controllare gli accessi) e giungiamo al vulcano Krafla, immerso nelle nuvole e nella pioggia. Viste le condizioni climatiche ostili, che non permettono di vedere nulla, stabiliamo di tornare l’indomani. Rientriamo sul Ring e, in breve, raggiungiamo Reykjahlíð, l’agglomerato di edifici che si affaccia sul lago Mývatn, dove pernottiamo al Vogar travel service.

Tips
Egilsstaðir Camping site: 1900 isk a persona + tasse

Parcheggio di Vatnsskarð: servizi igienici gratuiti

Vogar travel service: 1750 isk a persona

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