Jumièges

Ci svegliamo in una limpida giornata di sole nell’area camper di Jumièges, poco distanti dall’abbazia. Mentre facciamo colazione notiamo che, da un capanno di legno poco oltre lo steccato vicino a cui ci troviamo, esce una moltitudine di baby caprette che comincia ad aggirarsi per il prato esplorandolo. Incuriositi, ci avviciniamo alla recinzione e scattiamo qualche foto: un giovane ragazzo esce dal capanno e ci fa un cenno. Inizialmente, memori della “sgridata” del giorno prima alla chaumière, pensiamo che ci stia rimproverando e che ci voglia allontanare ma, quasi subito, ci rendiamo conto che è lieto della nostra presenza e che ci sta invitando ad entrare nell’aia. Senza farcelo dire due volte, ci avventuriamo fra le caprette che ci studiamo per un po’ ma che in breve ci danno confidenza, appoggiando le zampette sulle nostre gambe quando ci chiniamo per accarezzarle.

L’allevatore ci spiega (in un ottimo inglese!) che sta mungendo le capre nella stalla e ci chiede se vogliamo assistere e, perché no, anche fotografare. Wow!! Davvero gentile! Entriamo nella piccola ma ordinata e relativamente pulita stalla in legno chiaro che pare costruita di recente e siamo accolti dagli sguardi di una quindicina di capre che ci fissano contemporaneamente, alcune mentre masticano paglia.

Il nostro amico, armato di secchio, si avvicina ad una capra e, in maniera disinvolta, comincia a mungerla. Dopo poco ci invita a provare: un po’ titubanti e imbarazzati, ci facciamo avanti. Non è per niente facile!

Ci spiega a parole e a gesti come tenere le mani e come stringere. Comincia Ste: pur seguendo alla lettera le istruzioni ricevute, non riesce a tirare fuori un gran che; provo io: mi chino di fianco alla capra in mezzo alla paglia e, con un po’ di fatica, riesco a mungerla! Il frutto del mio lavoro sono due sole dita di latte!! Il ragazzo ci spiega che, per una forma di formaggio, di latte ne occorre un litro. Mi ci vorrebbe tutto il giorno! Felici dell’insolita esperienza, usciamo dalla stalla accolti nuovamente dalle mini caprette e salutiamo calorosamente il nostro “insegnante”.

Ci rechiamo all’abbazia di Jumièges che ha aperto da poco: già due pullman di turisti si sono riversati all’ingresso. Per evitare la calca facciamo la visita in senso opposto a quello consigliato dalla mappa che ci viene fornita all’entrata e riusciamo a godere del complesso architettonico quasi sempre senza turisti in mezzo ai piedi.

L’edificio romanico, che faceva parte di un monastero di cui sopravvive anche una piccola porzione di chiostro, è conservato a rudere: rimangono le sole murature in alzato che rendono comunque ancora l’idea dell’imponenza dell’architettura abbaziale.

La nostra avventura normanna termina qui: riprendiamo il furgone e ci dirigiamo verso Rouen da cui, dopo una breve sosta, ripartiamo in direzione Olanda.

Tips
Abbazia di Jumièges: 6,50 €